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IL FOSSO DI TOR CARBONE

Un importante corridoio ecologico tra il Parco dell'Appia e Tor Marancia

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1. Le edificazioni nel comprensorio di Tor Carbone

Tor Carbone, nel quadrante compreso tra via di Grottaperfetta e via Ardeatina, era alla fine degli anni '80, la lottizzazione "sorella" di quella prevista nella Tenuta di Tor Marancia. Anche in questo caso l'area rimasta libera dall'edificazione era indicata nel Piano Regolatore Generale (P.R.G.) del 1962 come zona di espansione edilizia.

Identico il carattere di speculazione fondiaria che accomuna le vicende dei due comprensori ed evidente l'intento di sfruttare la vicinanza dell'Appia Antica per garantirsi elevati livelli di redditività dell'investimento sostenuto. I due interventi edilizi previsti, che insistevano nello stesso bacino idrografico del Fosso di Grotta Perfetta, vennero trattati separatamente dall'Amministrazione Comunale.

Sono note a molti le vicemde che hanno portato alla salvaguardia della Tenuta di Tor Marancia. Purtroppo l'area di Tor Carbone ha avuto una sorte diversa. Sebbene le licenze edilizie fossero state rilasciate prima dell'inizio del loro mandato (cioè in un periodo di commissariamento dell'Amministrazione capitolina) l'allora Sindaco di Roma, Francesco Rutelli e l'Assessore all'Urbanistica, Domenico Cecchini, divennero ben presto sostenitori dell'intervento tanto che il sollecito rilascio delle autorizzazioni per le opere di urbanizzazione impedì qualsiasi iniziativa legale delle Associazioni e dei Comitati per impedire l'apertura dei cantieri.

Va precisato che il comprensorio di Tor Carbone (così come quello di Tor Marancia) era stato destinato all'edificazione nell'ambito di un accordo politico (che avrebbe portato, in seguito, alla Variante al PRG denominata "Piano delle Certezze") che individuava a livello cittadino le aree edificabili e quelle destinate alla istituzione di aree protette.

Tor Carbone era un'area morfologicamente forse ancor più interessante di Tor Marancia, grazie ad una maggiore copertura vegetale, ma i costruttori riuscirono ad edificare ed il paesaggio attuale assume un aspetto del tutto diverso. Basta osservare le fotografie che ritraggono questa porzione scomparsa di Agro Romano "prima e dopo la cura".

Nel giro di pochi decenni in questo quadrante sono stati realizzati una serie di grandi insediamenti, ma le principali vie di comunicazione hanno conservato l'aspetto e la portata originaria. Infatti i collegamenti stradali in questo settore della città sono assicurati da un insieme di percorsi, alcuni dei quali antichi, e per questo soggetti a vincoli storico-paesaggistici, tra cui le stesse Via Ardeatina, Via di Grotta Perfetta, Vicolo dell'Annunziatella, che circondano il comprensorio Tor Carbone.



2. Le motivazioni per la salvaguardia del Fosso di Tor Carbone

(su questo argomento sono disponibili anche l'"abstract" della tesi di laurea di Giovanni Mattias, corredato da relativa mappa, in formato PDF.

La realizzazione di nuovi quartieri nella zona dell'Annunziatella, a ridosso dell'alveo del Fosso di Tor Carbone rischia di provocare un grave danno ambientale: il corso d'acqua infatti, oltre a costituire l'habitat ancora non inquinato per varie specie animali, è l'unico collegamento naturale tra il Parco dell'Appia Antica e la tenuta di Tor Marancia.


SALVAGUARDIA DEL CORRIDOIO ECOLOGICO
- Innanzi tutto va notato come il tratto di Fosso compreso tra Via della Fotografia e Vicolo dell'Annunziatella, dove sono in corso i lavori del cantiere, sia l'unico potenziale corridoio ecologico che consente la connessione delle specie legate alle zone umide (pesci, anfibi, rettili, ecc) presenti nella Tenuta di Tormarancia con il resto del Parco dell'Appia; è quindi parte essenziale del corridoio ecologico che dalla città edificata giunge fino all'area dei Castelli Romani. Analizzando in maniera più dettagliata, una barriera al corridoio già c'è, precisamente attorno Via Calderon della Barca, dove le acque correnti sono deviate nel collettore centrale; ciò non cambia i termini della questione, piuttosto li rafforza: risulta ancor più importante, per una strategia di tutela della fauna locale, evitare un ulteriore frazionamento del territorio e la costruzione di un nuovo tipo di barriera. In prospettiva futura si dovrebbe piuttosto intervenire per eliminare la discontinuità fisica dovuta alla mancanza del tracciato del fosso, progettando il collegamento tra i due tratti: interventi di questo tipo sono stati realizzati in paesi europei quali ad es. la Germania. Va poi sottolineato che uno dei principi generali del nuovo PRG è la conservazione della rete ecologica: il caso in esame è, da questo punto di vista, esemplare.

AMBIENTE NON INQUINATO - Riguardo alle questioni di igiene pubblica (che richiederebbero, secondo alcuni, l'infognamento) va osservato che, al di là del fatto che le abitazioni civili dovrebbero comunque mantenere una certa distanza dalla vallecola del fosso, le acque di quest'ultimo non sono inquinate; ciò è dimostrato da un recente studio dell'Istituto Superiore di Sanità, il "Rapporto ISTISAN" n.03/42 (pubblicato nella sezione Pubblicazioni del sito www.iss.it) su "Acque correnti in ambiente urbano: Il Parco Regionale dell'Appia Antica" da cui risulta che "dal punto di vista macrobiologico questo fosso è l'unico (nel Parco dell'Appia) che presenta valori più che accettabili, che denunciano un ambiente buono, non inquinato"; (pag. 32).

TUTELA BIODIVERSITA' - Va poi ricordato che il tratto di Fosso in questione non è in secca, ma risulta alimentato da una sorgente locale: sono difatti presenti e vitali due popolazioni di anfibi: Rospo comune (Bufo bufo) e Rana verde ( Rana bergeri e Rana kl. hispanica). Il primo è protetto dalla L.R. 5 aprile 1988, n.18 che, all'art 3 (punto b), vieta il deterioramento o la distruzione dei siti di riproduzione e di riposo per queste specie. Va poi ricordata la presenza della fascia vegetazionale perifluviale ampia in alcuni punti fino a 30 metri, composta da tre strati ( lianoso, arbustivo e arboreo) con specie tipiche di ambienti umidi: Tipha latifolia, Arundo donax, Hedera elix, Sambucus nigra, Laurus nobilis, Salix alba, Populus nigra. Questa vegetazione risulta in gran parte abbattuta dai lavori di sbancamento in atto.

 

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1999 WWF Gruppo Attivo Roma XI